Il giardino di Eva
di Anna Rabolini
Basta allontanarsi di qualche chilometro dalla caotica statale che da Vimercate porta a Lecco, per dimenticare fabbriche e capannoni e ritrovarsi nel silenzio del Parco Naturale di Montevecchia e del Curone, dove, improvvisa e inaspettata, si erge una collina di 500 metri, nota anche come 'il tetto della Brianza" o la "collina del rosmarino". Grazie all'inconsueto microclima della zona, la pianta officinale nasce spontanea e si è sviluppata in molteplici varietà, tutte profumatissime. Sulla cima domina il paese di Montevecchia, con solo duemila abitanti, ma con così tanta storia da chiedersi come faccia a contenerla tutta. Da qui sono passati i Longobardi e i Franchi e prima di loro i Romani e i Galli. Qui, nel seicento, fu eretto il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, in puro stile barocco, con una scalinata di 183 gradini come unica via di accesso. E sempre qui, nel XVIII secolo, visse la matematica Maria Gaetana Agnesi, che dedicò a Maria Teresa d'Austria le sue "Istituzioni Analitiche'. Una delle fonti di maggior ricchezza del paese è stato per molti anni il rosmarino, insieme alla salvia e alla vigna. C'è anche quel latte ricco di sali che ha reso famosi i "robiolini", i piccoli formaggi già citati in una rivista del '800, "Cosmorama", che li definiva " un avanzo della vita pastorale degli Orobii che qui avevano sede." E' in questo sito privilegiato, da cui nelle giornate terse si possono vedere anche gli Appennini, che Pierangelo Limonta mi dischiude le porte del suo 'Giardino di Eva". |
Nessun riferimento all'Eden. Eva era la sua mamma, che non capiva niente di fiori, ma che l'ha così tanto aiutato da spingerlo a dedicarle questo giardino. Cinquantaduenne, da sempre floricoltore, con grande fatica e senza sovvenzioni, da quattro anni Limonta è riuscito a realizzare il suo sogno, un orto botanico di ottomila metri quadrati, dove le essenze censite sono circa mille. Una visita accurata richiede tre ore, ma decidiamo di abbreviare un poco i tempi. Normalmente non si spreca tanto con i giornalisti "che fan troppe chiacchiere e io non ho tempo", ma poi prevale l'entusiasmo del "collezionista" che vorrebbe esaltare ogni singola pianta raccolta negli anni e così si attarda a parlare di quelle azalee di una qualità tardiva che fiorisce fino a luglio e di quei rododendri da seme che raggiungono anche i 60 anni di età. Mentre annuso il profumo intenso di Alessandro Volta, inteso come varietà di rododendro, mi informa che oggi pochi giardinieri conoscono veramente le piante. 'Come consulenti ho avuto degli ottantenni che hanno fatto il giardiniere tutta la vita. Sapevano tutto, ma non dicevano niente. Quando hanno capito che facevo sul serio mi hanno rivelato i loro segreti, solo a me." Ha tenuto dei corsi al Parco di Montevecchia e gli hanno chiesto di organizzarne anche a Milano ma "troppo traffico - mi dice - si perde troppo tempo." Ha curato i giardini delle belle ville brianzole |
e, in passato, anche molti terrazzi milanesi. Ora scende in città solo raramente, con Proloco del paese, per ascoltare un'opera o un concerto sinfonico. "Alla Scala ci vado da trent'anni, ma c'era altra gente. Questa qui per me non capisce." Le sue risposte sono sempre lapidarie, ma ha una grande faccia sorridente che mitiga il tono un po' scontroso. Chiacchierando passiamo vicino alle ninfee e alle potentille e attraversando il roseto arriviamo a una delle chicche del giardino, una collezione di trenta gerani odorosi dai profumi più allettanti, come il Chocolate Peppermint, che ricorda gli "after eights", o come il Crispu, che odora di cedro, o l'Endsleigh, che profuma di pepe.Mentre ammiro un acero Linearilobum e un Crispifolium, il vivaista richiama la mia attenzione su una pianta di origine inglese, la Hosta Fluctuans. Ce ne sono trenta varietà, che si differenziano l'una dall'altra nella forma e nel colore delle foglie e dei fiori.'La mia passione è la ricerca di piante poco conosciute ' mi dice Limonta indicandomi una rara pianta giapponese, un acero Osakazu e poi, vedendomi un po' distratta sulle tappezzanti, mi tira per un braccio perché non mi perda la vista della Ceanotus Repens. Gli chiedo se la sua ricerca lo porta a viaggiare. "Zero al quoto - è la risposta - tutto quello che voglio vedere è sui libri o nei video. Ho tanti amici che viaggiano e mi portano tutto quello che desidero."Più avanti incontriamo una moltitudine di iris, che non sono |
proprio i miei fiori preferiti. Li considero un po' arroganti, ma questi hanno ogni possibile sfumatura di colore e non posso fare a meno di gratificarlo. Sulle trenta varietà di Clematis il mio interesse è già più vivo, perché la pianta, privatamente, mi da molte soddisfazioni. Esulto poi davanti alle peonie erbacce e arboree, tutte con il loro bravo nome e cognome. 'Raro - precisa Limonta - perché dalla Cina arrivano quasi sempre piante senza nome. Si vede che i cinesi non vogliono scoprirsi."Arriviamo infine in zona erbe aromatiche. Non pensavo ce ne fossero tante varietà. Tra salvie all'aroma di ananas, mente, timi, mirti, artemisie e origani, qui ne sono state catalogate 110. E tra di loro i leggendari rosmarini. Il vivaista me ne elenca 18 qualità, tra cui il Mc Connels Blue, il Mountfort's Form e l'Erectus Albus, dai fiori bianchi. Mi viene in mente l'arrosto e ho voglia di chiedergli perché non si sia mai sposato. Guardandomi come se avessi proferito un'eresia esclama 'Mai avuto tempo!' Poi, con un sorriso malizioso aggiunge 'però sono rimasto amico di tutte le mie fidanzate che mi vengono sempre a trovare." Limonta è infatti uomo che riceve, fidanzate e amici, anche a pranzo e anche spesso. Purché portino loro il cibo. Ascoltano musica e mangiano insieme, ma lui cucina, e anche bene, solo per se. Non gli chiedo perché; so già la risposta. E' una questione di tempo. |